di Silvia Camerini
TrainerCoach® Cofondatrice
Counselor Biosistemico
Cambiamenti, Relazioni & Creatività

 

Tratto da una conversazione tra il Direttore della sede del Banco Popolare di Bologna:

Dr. Alessandro Grasso

Alessandro, potresti farmi una panoramica della situazione attuale in Italia dal tuo osservatorio privilegiato?

La crisi a livello di Paese Italia è stata gestita in maniera poco oculata nel senso che  siamo arrivati, come spesso accade, dopo gli altri (come è successo con le ferrovie, con gli stadi,…). Fortunatamente nel 2008, quando è scoppiata la crisi, originata dalla finanza creativa (Lehman Brothers)  del mondo occidentale che ha lasciato spazio di evoluzione dei mercati orientali/asiatici, l’Italia non ne era stata ancora coinvolta. In quel periodo stavano arrivando le prime cartolarizzazioni (mi riferisco ai sub-prime americani), che è un po’ come scaricare il rischio su altri attori del mercato e da noi se ne facevano pochi.
Dal mio osservatorio ti posso dire che questa crisi è per qualcuno un dramma per altri un’opportunità. Mi ritorna alla mente quando c’è stata la svalutazione della lira… e proprio l’altro giorno in treno, in compagnia dei miei compagni di viaggio, nel rivedere il film Amici miei ho realizzato che siamo un popolo ricco di risorse e potenzialità rispetto a quel che si borbotta ultimamente.
Come dicevo prima, la crisi può essere un punto di partenza e un dramma per altri. Col governo tecnico di Monti ho visto il dramma dei pensionati e dei giovani con contratti a tempo determinato, insieme a quelle di aziende in ginocchio o in via di fallimento: queste sono state le categorie maggiormente colpite dalla manovra.


Alessandro, quando parli di opportunità a che cosa pensi?

Penso ai giovani creativi che dall’idea sviluppano un prodotto/servizio, lo pubblicizzano e lo esportano. Ti racconto di un mio amico che da commerciante di tessuti a Prato si è totalmente ripensato come imprenditore e nel viaggiare ha scoperto i marmi del Pakistan con i quali oggi  realizza, in Italia, sanitari di lusso disegnati da un abile architetto (www.quintotono.it). Lo stesso coraggio che ha avuto questo imprenditore lo ritrovo in quei ragazzi che sono tornati a lavorare la terra, coltivando alberi di ciliegie, campi di erbe mediche,vitigni,…
Cara Silvia, l’opportunità oggi la cogli se rivolgi lo sguardo all’estero (inteso come Paesi extra UE: Russia, Cina, Corea, Turchia,India …) e non sei lasciato da solo: i nostri Clienti che decidono di intraprendere le loro attività in quei paesi ricevono supporto dalle filiali locali del Banco Popolare che diventano così luogo di sviluppo di business. Da un lato la Banca veicola la sua immagine, fidelizza il suo cliente, diventa parte attiva in questa evoluzione che vede come protagonista il Cliente.

 

Prima raccontavo di come gli italiani siano capaci di fare business e allora ti racconto un’altra storia che ti convincerà sulle nostre potenzialità ancora inespresse a livello macro: i clienti russi e coreani adorano i nostri cappotti di lana (proveniente dal Perù e confezionati in Italia) così come apprezzano l’omaggio che arriva insieme al pacco (la bottiglia di Brunello, per esempio). Questi ricchi estimatori sanno che dietro a questi prodotti made in Italy ci sono aziende solide, dove il passaggio generazionale è stato gestito con lucidità e lungimiranza (il padre che gestisce l’attività in Italia e il figlio trentenne in giro per il mondo a cogliere opportunità).


Alessandro, come ti senti di fronte al dramma?

Sono diventato “psicologo”, esperto dell’ascolto: Banco Popolare è il terzo gruppo bancario in Italia e uno dei nostri valori è fare attenzione al Territorio.


Come si traduce nella realtà di tutti i giorni?

A volte concediamo maggior  liquidità al Cliente altre volte agiamo sul consolidamento del debito senza toccare il tema della liquidità.


Cosa intendi per consolidamento?

Supportiamo il Cliente a rimodulare le sue uscite mensili e a scegliere altre alternative oltre all’indebitamento. Attraverso la nostra presenza aumentiamo la consapevolezza del loop nel quale il Cliente è immerso: spesso è schiavo del consumismo. E’ facile cedere alle proposte allettanti che ogni giorno i centri commerciali propongono su occhiali, cellulari, TV,…Mi spiego meglio: la maggior parte dei negozianti fa accordi con le agenzie del Credito al Consumo, ottenendo la rateizzazione del costo della merce, scaricando su di esse  il rischio. Il punto è che insieme a queste piccole rate mensili si aggiungono anche gli incrementi delle utenze, dell’IVA, dell’IMU,…

Il nostro valore aggiunto è far ragionare sui costi/ricavi sia le aziende che i privati per poi decidere insieme su quali costi tagliare. In altre parole, restituiamo al Cliente la visione d’insieme del suo conto economico permettendogli di fare delle scelte funzionali al suo sistema di riferimento.


Da qui ad un anno cosa vorresti che succedesse?

Vorrei dare una mano a chi ha prospettive di breve. Vorrei correggere quanto sento dire in giro che le banche non danno soldi: in realtà le persone non li chiedono perché hanno paura ad indebitarsi. Il messaggio che vorrei che passasse è che la crisi va cavalcata,


Immagina che stanotte sia avvenuto il miracolo e che il tuo desiderio si sia avverato: cos’è la prima cosa che vedi entrando in filiale?

La gente che viene a ringraziarmi in quanto il Banco Popolare le ha dato fiducia.


Cosa senti dentro?

Enorme soddisfazione personale di aver vinto insieme. L’ottimismo mi ha sempre accompagnato e i miei dipendenti condividono la mia modalità:  quando sono di fronte al Cliente confuso e deluso della situazione di mercato, contestualizzano i dati e individuano insieme un nuovo percorso fattibile per entrambe.


Cosa stai facendo?

Essere a disposizione di tutti e convincere i miei superiori a modificare procedure e disposizioni funzionali alla situazione.


Cosa ti sta ostacolando?

Se sei innamorato del tuo lavoro non fai fatica; gli ostacoli sono rappresentati dalle regole, disposizioni, direttive e se per un momento sento che mi sto abbattendo, allora mi richiudo nella mia stanza e focalizzo la situazione attuale (visione d’insieme) e non mi alzo finché non ho trovato azioni alternative. Poi esco dalla stanza e forte della relazione con i miei Clienti presento le mie istanze ai vertici del Banco.

Grazie Alessandro.

Grazie a te, Silvia. E’ stato un piacere. Quando vuoi, possiamo esplorare altre tematiche!

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